Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15882 del 16 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:15882PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, abusa del proprio potere per procurare a sé o ad altri ingiusti profitti, commette il reato di abuso d'ufficio. Tale condotta è gravemente lesiva del principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, nonché della fiducia dei cittadini nell'operato della stessa. Il pubblico ufficiale che, in concorso con altri, si avvale della propria posizione per realizzare un sistema di illeciti arricchimenti, mediante la creazione di consulenze fittizie e la falsificazione di atti pubblici, integra altresì il reato di associazione per delinquere. La gravità di tali condotte è aggravata dalla violazione dei doveri di fedeltà e lealtà propri della funzione pubblica, che impongono al pubblico agente di agire esclusivamente nell'interesse della collettività e non per fini personali o di parte. Pertanto, il giudice è tenuto a sanzionare con particolare rigore tali comportamenti, al fine di tutelare l'integrità e il prestigio della pubblica amministrazione, nonché l'affidamento dei cittadini nell'imparzialità e correttezza dell'azione amministrativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. NOVIK Adet Ton - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera Maria S - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza resa nel proc. n. 44140/2013 CORTE DI CASSAZIONE di ROMA, del 19/12/2013, n. 17941/14;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. NOVIK ADET TONI;

lette le conclusioni del PG Dott. GALLI Massimo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

udito per la parte civile l'Avvocatura Generale dello stato di RECICRDI Pierpaolo.

RILEVATO IN FATTO

1. Con la sentenza in epigrafe (n. 17941/14), la 5 s…

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