Il parere vincolante della Soprintendenza in materia di autorizzazione paesaggistica, pur costituendo espressione di cogestione attiva del vincolo paesaggistico, rientra in un procedimento ad istanza di parte, la cui dimensione verticale tra privato e amministrazione pervade e connota l'intera dinamica procedimentale. Pertanto, il silenzio assenso nei rapporti tra amministrazioni pubbliche di cui all'art. 17-bis della legge n. 241/1990 non è applicabile a tale fattispecie, dovendo invece operare il diverso principio secondo cui il parere della Soprintendenza, sebbene vincolante in via ordinaria, cessa di esserlo se reso tardivamente e può essere pretermesso in caso di sua mancata espressione entro il termine di legge, ai sensi dell'art. 146, comma 9, del d.lgs. n. 42/2004. Ciò in quanto il procedimento di autorizzazione paesaggistica, pur caratterizzato da una fase di cogestione tra amministrazioni, rimane comunque incentrato sull'istanza di un privato, la cui tutela costituisce l'obiettivo primario della disciplina normativa, sicché non è configurabile alcuna valenza provvedimentale del silenzio soprintendentizio.