Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38118 del 28 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38118PEN

Massima

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Il concorso nel reato associativo richiede la prova della consapevole e volontaria partecipazione all'organizzazione criminosa, non potendosi desumere tale elemento dal mero legame familiare e dalla messa a disposizione dell'immobile da parte dell'imputato, in assenza di ulteriori elementi di fatto che dimostrino il suo contributo materiale o psicologico all'attività delittuosa. Inoltre, la responsabilità per il reato di corruzione non può fondarsi su mere congetture o sospetti, ma necessita di una rigorosa valutazione degli elementi indiziari, i quali devono presentare i requisiti di gravità, concordanza e precisione, tali da escludere ragionevoli spiegazioni alternative del comportamento dell'imputato diverse dalla ipotesi accusatoria. La mera disparità di trattamento tra candidati all'esame, in assenza di ulteriori riscontri probatori circa l'esistenza di un patto corruttivo, non è sufficiente a integrare il reato di corruzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO Anna M. - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

D'. Ca. nata a (OMESSO);

CO. On. , nato a (OMESSO);

avverso sentenza della Corte di Appello di Lecce, sez. distaccata di Taranto del 7 luglio 2008;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione fatta dal Consigliere Dott. Anna Maria Fazio;

Udita la requisitoria del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Francesco Lo Voi che ha concluso per la declaratoria di annullamento senza rinvio limitatamente al reato d…

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