Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2530 del 21 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:2530PEN

Massima

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Il giudice di appello non può riconoscere una circostanza aggravante contestata in fatto, ma esclusa espressamente o implicitamente dal giudice di primo grado, in assenza di impugnazione del pubblico ministero, poiché ciò si tradurrebbe in una indebita reformatio in peius della sentenza di primo grado. Inoltre, la fattispecie aggravata di cui all'art. 476, comma 2, c.p. non può essere ritenuta legittimamente contestata in assenza dell'indicazione delle coordinate normative di riferimento o di un'esplicita menzione della natura fidefacente dell'atto. Pertanto, una volta esclusa l'aggravante ritenuta dalla Corte d'appello, il termine di prescrizione del reato di falso in atto pubblico si era già compiuto prima della pronuncia della sentenza impugnata, comportando l'annullamento senza rinvio della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/12/2017 della Corte d'appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Pistorelli Luca;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. LOCATELLI Giuseppe, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Roma ha confermato la…

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