Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37556 del 20 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:37556PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene ai sensi dell'art. 321 c.p.p., comma 2, è legittimo solo quando sussiste un nesso strumentale essenziale e non meramente occasionale tra il bene e la possibile reiterazione dell'attività criminosa, tale da condizionare o agevolare concretamente la commissione di nuovi reati. La mera gravità della condotta dell'indagato o il suo perdurante utilizzo del bene non sono di per sé sufficienti a giustificare il sequestro, essendo necessario che il bene presenti una specifica e strutturale attitudine a essere impiegato per scopi illeciti, come nel caso di un'automobile modificata per il trasporto di stupefacenti o utilizzata nell'ambito di un'associazione criminale organizzata. Il giudice, nel valutare la sequestrabilità a fini preventivi, deve quindi operare una prognosi positiva circa il pericolo di reiterazione del reato, senza poter allargare indiscriminatamente il concetto di pertinenzialità del bene al reato, al fine di evitare un sacrificio indiscriminato dei diritti patrimoniali dei cittadini.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VERCELLI;

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Vercelli 31 dicembre 2009 nel proc. pen. n. 2664/09 R.G. N.R. a carico di:

LU. To. , nato il (OMESSO);

Sentita la relazione svolta dal Pres. Dr. S. F. MANNINO;

Sentita la requisitoria del PROCURATORE GENERALE, in persona del Dr. Eugenio SELVAGGI, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO E DIRITTO…

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