La violazione dei requisiti di sorvegliabilità dei locali adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande, in particolare l'apertura di un accesso diretto dalla pubblica via in violazione dell'art. 4 del D.M. n. 564 del 1992, legittima l'Amministrazione competente a disporre la decadenza dell'autorizzazione all'esercizio di tale attività ai sensi dell'art. 15, comma 2, lett. c), della Legge Regione Lazio n. 21 del 2006, indipendentemente dall'espressa citazione di tale norma nell'atto impugnato, in quanto tale violazione incide sulla sorvegliabilità dei locali, requisito essenziale per lo svolgimento dell'attività di somministrazione. L'esercizio di tale potere inibitorio non è soggetto ai limiti previsti per l'autotutela decisoria, in quanto non attiene alla verifica dei requisiti di legge per il perfezionamento della SCIA, ma alla verifica del rispetto dei limiti previsti dal titolo abilitativo nell'esercizio dell'attività svolta. L'Amministrazione, pertanto, può legittimamente disporre il divieto di prosecuzione dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande in caso di accertata violazione dei requisiti di sorvegliabilità dei locali, senza che ciò comporti una violazione del principio di legalità o delle garanzie procedimentali.