Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili, nonché di conti correnti e rapporti bancari, è legittimo quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata e riciclaggio aggravato, desumibili dalle risultanze investigative, quali intercettazioni, dichiarazioni di testimoni e accertamenti bancari. La sproporzione tra il valore economico dei beni sequestrati e i redditi leciti dichiarati dall'indagato integra il periculum in mora che giustifica l'adozione della misura cautelare reale, in quanto i beni sono considerati di sicura provenienza illecita, essendo il denaro "sporco" stato oggetto di operazioni di sostituzione e riciclaggio finalizzate a mascherarne l'origine delittuosa. A tal fine, non è necessario l'accertamento specifico dei reati presupposto, essendo sufficiente che essi risultino astrattamente configurabili sulla base degli elementi di fatto acquisiti. Inoltre, il coinvolgimento dell'indagato nell'organizzazione mafiosa può essere desunto dalla sua operatività all'interno del sodalizio criminoso, anche in sostituzione di altri membri detenuti, nonché dalla sua attività di riciclaggio degli introiti illeciti, senza che sia necessaria l'individuazione di specifici reati-fine.