Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26764 del 25 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:26764PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la minaccia o la violenza, anche se finalizzate all'esazione di un credito, assumono una tale intensità da operare una costrizione della volontà della vittima, risultando incompatibili con il ragionevole intento di far valere un diritto in via giudiziale. Ciò si verifica anche quando l'attività intimidatoria è posta in essere per il conseguimento di un profitto ulteriore rispetto alla somma dovuta e tutelabile per le vie ordinarie. In tali casi, la condotta deve essere inquadrata nella fattispecie di cui all'art. 629 c.p. (estorsione), e non in quella di cui all'art. 393 c.p. (esercizio arbitrario delle proprie ragioni), a prescindere dall'esistenza di un credito effettivamente vantato. L'elemento distintivo risiede nell'intensità della minaccia o della violenza, che, ove risulti incompatibile con il mero intento di far valere un diritto, integra il delitto di estorsione, in quanto mira all'attuazione di una pretesa non tutelabile davanti all'autorità giudiziaria. Pertanto, anche ove vi sia un credito da far valere, l'uso della minaccia o della violenza in modo tale da coartare la volontà della vittima configura il reato di estorsione, mentre il mero "uso" della minaccia, senza che questa assuma i connotati della costrizione, può rientrare nell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, purché il diritto sia giudizialmente tutelabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1829/2011 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 21/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'Ambrosio Vito che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) insiste per l'accoglimento del ricorso.

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