Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7465 del 25 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:7465PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il concorso nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale sussiste anche quando l'amministratore, pur avendo ceduto gratuitamente la società gravata da debiti, abbia agito nella consapevolezza dell'utilizzo fraudolento della stessa da parte del cessionario, continuando ad operare sul conto corrente societario e prelevando somme a proprio vantaggio, sottraendole così alla garanzia dei creditori. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che l'amministratore di una società dichiarata fallita può essere ritenuto concorrente nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, anche se non ha direttamente posto in essere condotte distrattive del patrimonio sociale, qualora abbia ceduto gratuitamente la società a un soggetto che l'ha poi utilizzata fraudolentemente, continuando tuttavia ad operare sul conto corrente societario e prelevando somme a proprio vantaggio, sottraendole così alla garanzia dei creditori. La Corte ha ritenuto che, in tali casi, l'amministratore debba ritenersi consapevole dell'utilizzo fraudolento della società da parte del cessionario, integrandosi così il concorso nel reato di bancarotta. Ciò in quanto, pur non avendo direttamente posto in essere condotte distrattive, l'amministratore ha comunque contribuito all'impoverimento del patrimonio sociale, sottraendo risorse destinate alla soddisfazione dei creditori. Tale principio si fonda sull'esigenza di reprimere efficacemente i comportamenti degli amministratori che, pur non essendo direttamente coinvolti nelle condotte distrattive, abbiano comunque agevolato il compimento di tali illeciti, contribuendo all'aggravamento del dissesto patrimoniale della società. La massima afferma quindi che il concorso nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale può configurarsi anche in assenza di una partecipazione diretta alle condotte distrattive, purché l'amministratore abbia agito nella consapevolezza dell'utilizzo fraudolento della società da parte del cessionario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. SI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3078/2007 CORTE APPELLO di GENOVA, del 03/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. G. D'Angelo che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Pi. Si. ricorre avverso…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.