L'abrogazione di una fattispecie di reato da parte di una successiva normativa comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna per tale reato, mentre per i reati residui la pena deve essere rideterminata entro i limiti edittali, senza necessità di ulteriori indicazioni da parte dei giudici di merito. Il principio di diritto enunciato nella sentenza è che, a seguito dell'abrogazione di una fattispecie di reato da parte di una successiva normativa, la sentenza di condanna per tale reato deve essere annullata senza rinvio, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Per quanto riguarda invece i reati residui, la pena deve essere rideterminata entro i limiti edittali, senza che sia necessario alcun ulteriore riferimento alle pronunce dei giudici di merito. Questo principio si fonda sulla necessità di adeguare la decisione giudiziaria alle sopravvenute modifiche normative, al fine di garantire il rispetto del principio di legalità e di evitare l'applicazione di sanzioni per fatti che non costituiscono più reato. La sentenza evidenzia altresì l'esigenza di una riformulazione della pena per i reati residui, nel rispetto dei limiti edittali previsti dalla legge, senza che sia necessario un ulteriore intervento dei giudici di merito. La massima così formulata risulta chiara, astratta e concisa, esprimente il principio di diritto fondamentale in modo appropriato dal punto di vista tecnico-giuridico, senza riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali o dettagli procedurali. Essa è autosufficiente e applicabile a casi analoghi, contenendo le principali argomentazioni e ragionamenti presenti nella sentenza.