Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14301 del 28 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14301PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Quando la condotta dell'imputato va oltre l'uso della violenza o minaccia necessaria per la commissione del reato di rapina, cagionando lesioni personali, si configura un concorso formale di reati e l'aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p. può essere correttamente contestata. Ciò in quanto il paradigma legale della rapina, previsto dall'art. 628 c.p., richiede solo l'uso della violenza o minaccia, mentre le lesioni personali cagionate volontariamente dall'agente costituiscono un fatto ulteriore e distinto, che non può essere assorbito nel reato di rapina in base al principio di specialità. La giurisprudenza di legittimità è consolidata nel ritenere che, in tali casi, non si verifica l'assorbimento delle lesioni nella rapina, ma sussiste un concorso formale di reati, con l'aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2549/2016 in data 21/10/2016 della Corte di Appello di BOLOGNA;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Giuseppe COSCIONI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. LORI Perla, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1 La Corte di Appello di Bologna confermava la sentenza di p…

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