Il possesso e l'utilizzo di materiale esplodente, come razzi, da parte di un gruppo di tifosi organizzati in luogo pubblico, integrano il reato di detenzione e porto illegale di materiale esplodente, anche qualora il singolo imputato non ne abbia materialmente acquistato i singoli elementi, essendo sufficiente la sua partecipazione attiva all'introduzione e all'utilizzo di tali oggetti pericolosi all'interno dello stadio. La conoscenza della natura di veri e propri razzi degli oggetti in questione può essere desunta dalla loro esplicita etichettatura, nonché dalla circostanza che il gruppo di tifosi fosse solito compiere simili azioni, di cui l'imputato era parte integrante. L'eventuale mancata notifica dell'avviso di deposito della sentenza di secondo grado all'imputato contumace è irrilevante ai fini dell'ammissibilità del ricorso per cassazione, qualora l'imputato abbia comunque proposto personalmente l'impugnazione, dimostrando così di essere a conoscenza del contenuto della decisione. Infine, la dichiarazione di improcedibilità del reato di lesioni personali colpose, per mancanza di querela, non è in contraddizione con la condanna per il reato di detenzione e porto illegale di materiale esplodente, in quanto le due fattispecie criminose hanno presupposti e connotati giuridici distinti.