Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25717 del 3 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25717PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La condanna penale per reati di percosse, minacce e porto di coltello può essere legittimamente fondata sulla valutazione delle dichiarazioni delle parti offese, riscontrate dalle testimonianze di altri presenti, laddove la motivazione della decisione giudiziale risulti esaustiva e immune da vizi logici o contraddizioni, senza che sia consentito in sede di legittimità il riesame del merito dei fatti accertati. Il giudice di legittimità, infatti, non può sindacare la ricostruzione e la valutazione del fatto compiuta dal giudice di merito, quando la motivazione della sentenza impugnata sia logica e congrua, in quanto il controllo di legittimità è limitato alla verifica della correttezza giuridica e della logicità della motivazione, senza possibilità di una nuova valutazione del compendio probatorio. Pertanto, la condanna penale può ritenersi legittima quando la responsabilità dell'imputato sia stata accertata sulla base di un quadro probatorio complessivo, costituito dalle dichiarazioni delle parti offese e dalle testimonianze di altri soggetti presenti, la cui valutazione da parte del giudice di merito risulti adeguatamente motivata e immune da vizi logici o contraddizioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1044/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 13/12/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. Tindari Baglione, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

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