Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15291 del 28 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:15291PEN

Massima

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Il dolo generico, anche nella forma del dolo eventuale, è sufficiente per la configurazione del delitto di diffamazione, essendo irrilevante l'intenzione di offendere l'altrui reputazione, purché l'agente abbia consapevolmente utilizzato parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive, secondo il loro significato oggettivo nel contesto in cui sono state impiegate. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a valutare l'elemento soggettivo del reato di diffamazione non sulla base delle dichiarazioni dell'imputato che escluda tale intenzione, bensì alla luce del contenuto oggettivo delle espressioni utilizzate e del loro significato nel contesto sociale, storico e ambientale di riferimento, senza limitarsi all'accertamento della mera paternità formale del documento diffamatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE TRIBUNALE DI COSENZA;
nei confronti di:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/05/2015 del GIUDICE DI PACE di SAN MARCO ARGENTANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere UMBERTO LUIGI SCOTTI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Di Nardo Marilia,…

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