Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6479 del 13 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:6479PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di conferma della misura cautelare della custodia in carcere, afferma che le censure proposte dal ricorrente sono generiche e non rispettano il requisito di specificità dei motivi di impugnazione previsto dall'art. 581 c.p.p. Pertanto, il ricorso è dichiarato inammissibile. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il ricorrente, per superare il vaglio di ammissibilità del ricorso per cassazione, ha l'onere di indicare con chiarezza e precisione gli elementi posti a base delle proprie censure, in modo da consentire al giudice dell'impugnazione di individuare i rilievi proposti ed esercitare il proprio sindacato. Il mancato adempimento di tale onere comporta l'inammissibilità del ricorso, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 20/05/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. MILO NICOLA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Iacoviello Francesco Mauro, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Trunce' R., che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale di Catanza…

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