Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44969 del 2 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:44969PEN

Massima

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Il delitto di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p. è integrato solo quando il privato attesta falsamente al pubblico ufficiale fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, come nel caso del verbale di inventario ereditario che ha la funzione di individuare i beni che ricadono nell'asse ereditario. Pertanto, la falsa dichiarazione del privato relativa a circostanze diverse dall'individuazione dei beni ereditari, pur rese al pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni e destinate ad essere riportate nell'atto pubblico, non configura il reato di cui all'art. 483 c.p., in quanto tali circostanze non rientrano nella specifica funzione probatoria attribuita all'atto dalla legge. La fattispecie criminosa di cui all'art. 483 c.p. è, quindi, configurabile solo quando una norma giuridica attribuisce all'atto la funzione di provare i fatti attestati dal privato al pubblico ufficiale, non essendo sufficiente che si tratti di una dichiarazione resa ad un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni e destinata ad essere riprodotta in un atto pubblico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo Presidente del 28/10/2 -

Dott. AMATO Alfonso Consigliere SENTE -

Dott. OLDI Paolo Consigliere N. 2 -

Dott. LAPALORCIA Grazia Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. rel. Consigliere N. 12956/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. ED. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 87/2009 CORTE APPELLO di TRENTO, del 20/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott.ssa Fodaroni, che h…

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