Il concorso nel reato di sequestro di persona si realizza non solo con un contributo materiale, ma anche con un contributo morale, consistente nel fornire la propria abitazione per la commissione del fatto, nel presentarsi con un atteggiamento di piena condivisione dell'azione delittuosa e nel mettere a disposizione del concorrente principale il proprio telefono cellulare per i contatti necessari alla realizzazione del reato. Pertanto, il mero comportamento passivo e la semplice connivenza, pur non integrando un contributo causale alla realizzazione del fatto, sono comunque espressione di una volontà consapevole e partecipativa alla condotta criminosa, configurando così il concorso nel reato di sequestro di persona. La valutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione è riservata in via esclusiva al giudice di merito, senza che la mera prospettazione di una diversa valutazione delle risultanze processuali possa integrare un vizio di legittimità.