Cassazione penale Sez. II sentenza n. 39855 del 13 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:39855PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico fidefacente, anche se non espressamente contestato nel titolo del reato, deve essere valutato ai fini della decisione qualora risulti descritto nella contestazione, in quanto costituisce una circostanza aggravante che incide sulla prescrizione del reato. Pertanto, il giudice è tenuto a considerare tale aggravante ai fini della determinazione del termine prescrizionale, anche se non formalmente contestata, in applicazione del principio di diritto secondo cui la qualificazione giuridica del fatto deve essere effettuata sulla base della descrizione contenuta nell'imputazione, a prescindere dalla formulazione del titolo di reato. Ciò al fine di garantire il rispetto del principio di legalità e di assicurare la corretta applicazione della disciplina della prescrizione, quale istituto di natura sostanziale che incide sulla punibilità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di NAPOLI;

nei confronti di:

1) CA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/03/2006 del TRIBUNALE di NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENTILE Domenico;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI POPOLO Angelo che ha…

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