Consiglio di Stato sentenza n. 1000 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:1000SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive, realizzate in assenza di titolo e in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, costituisce un provvedimento vincolato, la cui adozione non richiede una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, né una preventiva valutazione circa la possibilità di sanatoria. Infatti, il presupposto per l'emanazione di tale ordine è l'accertamento dell'esistenza di una situazione di fatto contrastante con la normativa urbanistica ed edilizia vigente, a prescindere dall'individuazione di un responsabile dell'illecito e dalla valutazione di eventuali interessi privati coinvolti. La presentazione di un'istanza di accertamento di conformità non determina l'improcedibilità del relativo procedimento sanzionatorio, ma soltanto una momentanea inefficacia dell'ordine di demolizione, che riacquista efficacia in caso di rigetto della domanda di sanatoria. Inoltre, la natura pertinenziale dell'abuso non esclude l'applicazione della sanzione demolitoria, in particolare quando le opere abusive, pur avendo dimensioni contenute, presentano caratteristiche di autonomia funzionale e volumetrica rispetto all'edificio principale. Infine, il requisito della doppia conformità, ovvero la conformità dell'opera sia al momento della realizzazione che al momento della presentazione dell'istanza di sanatoria, costituisce un principio fondamentale in materia di governo del territorio, la cui mancanza preclude l'accoglimento della domanda di accertamento di conformità.

Sentenza completa

Pubblicato il 30/01/2023

N. 01000/2023REG.PROV.COLL.

N. 09375/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9375 del 2016, proposto da
Rosa Di Rosa, rappresentato e difeso dagli avvocati Alfonso Capotorto, Ciro Sito e Francesco Urraro, domiciliato presso la Segreteria del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro 13;

contro

Comune di San Giuseppe Vesuviano, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Raffaele Marciano e Vincenzo Andreoli, con domicilio eletto presso lo studio legale Bultrini in Roma, via Germanico, 172;

per la riforma

della sentenza breve del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Terza) n. 03319/2016, resa tra le par…

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