Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11062 del 1 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:11062PEN

Massima

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Il possesso di beni di provenienza illecita, come telefoni cellulari, comporta la responsabilità per il reato di ricettazione a carico dell'imputato che non fornisca una spiegazione attendibile circa l'origine del possesso, anche in assenza di elementi probatori diretti sulla commissione del furto. L'omessa o non credibile indicazione della provenienza del bene da parte dell'imputato costituisce un elemento indiretto idoneo a provare la consapevolezza della sua origine illecita, senza che ciò integri una deroga all'onere della prova a carico dell'accusa o una violazione delle garanzie difensive, essendo la struttura stessa della fattispecie incriminatrice a richiedere tale accertamento sulle modalità acquisitive del bene. Il mancato riconoscimento dell'ipotesi contravvenzionale dell'incauto acquisto è altresì giustificato dalla mancata dimostrazione della buona fede nell'acquisizione del bene da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/11/2018 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALFREDO MANTOVANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DALL'OLIO MARCO, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La CORTE APPELLO di BOLOGNA, con sentenza in data 16/11/2018, confer…

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