Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18301 del 10 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:18301PEN

Massima

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Il concorso nel reato di omicidio e l'inserimento organico in un'associazione mafiosa possono essere desunti da elementi indiziari, quali le conversazioni intercettate e le risultanze delle indagini, senza che sia necessaria la contestazione di specifici reati fine. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può fondare la propria decisione su una motivazione logica e coerente, senza che la Corte di Cassazione possa procedere a una "rilettura" degli elementi di fatto e delle acquisizioni probatorie. Pertanto, il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione in materia di misure cautelari personali è limitato al riscontro dell'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza che sia consentito un riesame nel merito degli elementi posti a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenz - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1991/2010 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 19/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAURENZA NUZZO;

sentite le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. ((omissis)) di Roma che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

(OMESSO), tramite difensore di fiducia, ha proposto …

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