Il provvedimento amministrativo di mera comunicazione della conclusione di un procedimento, privo di valenza provvedimentale e di effetti pregiudizievoli diretti ed immediati per l'interessato, non è autonomamente impugnabile dinanzi al giudice amministrativo, in quanto inidoneo a ledere in modo diretto ed attuale la sua sfera giuridica. Il principio di tutela giurisdizionale effettiva, sancito dall'art. 24 Cost. e dall'art. 6 CEDU, non impone l'impugnabilità di atti meramente endoprocedimentali, privi di autonoma rilevanza esterna, in quanto la tutela giurisdizionale può essere assicurata attraverso l'impugnazione del provvedimento finale, che conclude il procedimento amministrativo. Pertanto, il ricorso avverso un siffatto atto endoprocedimentale deve essere dichiarato inammissibile, in applicazione dell'art. 73, comma 3, del Codice del processo amministrativo, che esclude l'autonoma impugnabilità degli atti meramente endoprocedimentali, privi di effetti esterni lesivi. Tale principio si applica anche ai procedimenti amministrativi in materia di immigrazione e di rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno, in cui l'interessato può far valere le proprie ragioni e contestare il provvedimento finale di diniego o revoca del permesso di soggiorno.