Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12173 del 23 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12173PEN

Massima

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Il diritto di critica politica, pur consentendo l'utilizzo di espressioni anche aspre e giudizi ingiuriosi per stigmatizzare comportamenti realmente tenuti da un personaggio pubblico, non scrimina la falsa attribuzione di una condotta scorretta, utilizzata come fondamento per l'esposizione a critica del personaggio stesso. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica politica non può giustificare espressioni che eccedano il limite della continenza, consistendo in un attacco personale lesivo della dignità morale ed intellettuale della persona, anche nel contesto di un confronto politico. In tali casi, la condotta rimane penalmente rilevante, in quanto non si configura un esercizio del diritto di critica politica, ma un'offesa al valore morale sociale della persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. MICCOLI G. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 16/2011 TRIBUNALE di CALTANISSETTA, del 17/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. Pietro Gaeta, ha concluso chiedendo la declaratoria di annullamento con rinvio.

Per la parte civile l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMI…

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