Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17464 del 23 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:17464PEN

Massima

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Il delitto di sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro penale o amministrativo, di cui all'art. 334 c.p., è un reato istantaneo, il cui momento consumativo coincide, in via presuntiva, con l'accertamento dell'illecita condotta da parte dell'agente cui la cosa era stata affidata in custodia. Tale presunzione può essere superata solo ove il custode alleghi e dimostri l'esistenza di circostanze particolari o anomale, idonee a confutare la valutazione presuntiva e a rendere almeno dubbia l'epoca di commissione del fatto. In assenza di tali allegazioni, il termine di prescrizione del reato decorre dal momento dell'accertamento della sottrazione o del danneggiamento, e non già dalla data del sequestro amministrativo della cosa. Ciò in quanto il custode, in ragione del diretto potere di vigilanza e controllo che è chiamato ad esercitare sulla cosa affidatagli quale munus pubblico, è l'unico soggetto in grado di avere notizie in ordine alle sorti del bene, salvo che dimostri l'esistenza di situazioni particolari o anomale, idonee a confutare la valutazione presuntiva e a rendere almeno dubbia l'epoca di commissione del fatto. La giurisprudenza di legittimità ha, infatti, più volte affermato che, analogamente a quanto previsto per il delitto di violazione di sigilli, il momento consumativo del reato di cui all'art. 334 c.p. coincide, in via presuntiva, con l'accertamento dell'illecita condotta, salva l'esistenza di ipotesi anomale e particolari il cui onere di allegazione incombe rigorosamente in capo al custode. Pertanto, ove il custode non alleghi e dimostri l'esistenza di circostanze particolari o anomale, il termine di prescrizione del reato decorre dal momento dell'accertamento della sottrazione o del danneggiamento, e non già dalla data del sequestro amministrativo della cosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI CATANIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/05/2018 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. COSTANTINI Antonio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GAETA Pietro che ha concluso per l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Procuratore …

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