Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3668 del 29 gennaio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:3668PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale di custodia in carcere, quale misura estrema e residuale, può essere legittimamente disposto dal giudice solo quando risultino pienamente integrati i presupposti di cui all'art. 274 c.p.p., in particolare il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, di inquinamento probatorio o di fuga, sulla base di elementi di fatto specifici e concreti, adeguatamente motivati. Ove tali esigenze cautelari non siano dimostrate in modo rigoroso e non risulti l'assoluta necessità della misura più afflittiva, il giudice è tenuto a privilegiare misure meno gravose, come gli arresti domiciliari, in ossequio al principio di proporzionalità e di adeguatezza della cautela. Inoltre, il giudice non può fondare il provvedimento cautelare su elementi di prova raccolti in violazione dei termini di durata delle indagini preliminari, in assenza di una proroga concessa dal giudice competente, in quanto ciò comporterebbe una lesione del diritto di difesa e del principio del giusto processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Relatore

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ma.Jo. nato il (Omissis) a M
avverso la ordinanza emessa il 7/06/2023 dal Tribunale del riesame di Venezia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, ((omissis)), che ha
chiesto l'inammissibilità del ricorso;
letti i motivi aggiunti del difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale del riesame di Venezia ha rigettato l'appello ex art. 310 cod. proc. pen. avverso l'ordinanza del Giudice delle indagini prel…

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