Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da un privato cittadino avverso il silenzio serbato dal Comune di Cava de' Tirreni in relazione alle sue istanze volte a sollecitare l'adozione di provvedimenti consequenziali all'applicazione della disposizione normativa di cui all'art. 1, comma 65, della L.R.C. n. 5 del 6.5.2013, afferma che l'obbligo di provvedere si radica sulla generale previsione dell'art. 2 della l.n. 241/90, in quanto la natura discrezionale del potere non esclude la possibilità di intraprendere il rito del silenzio, pur ostando all'eventuale adozione di un ordine di provvedere in senso favorevole al ricorrente. Pertanto, il Tribunale dichiara l'illegittimità del silenzio serbato sull'istanza e ordina al Comune di pronunciarsi in ordine ad essa con un provvedimento espresso e motivato entro trenta giorni, nominando il Prefetto della Provincia di Salerno quale Commissario ad acta per l'ipotesi di perdurante inerzia comunale, condannando altresì il Comune alla refusione delle spese di giudizio. La massima che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'istanza di un privato volta a sollecitare l'adozione di provvedimenti consequenziali all'applicazione di una specifica disposizione normativa regionale, pur attinendo a un potere amministrativo di natura discrezionale, è suscettibile di essere impugnato con il rito del silenzio, con conseguente obbligo per l'amministrazione di pronunciarsi con un provvedimento espresso e motivato entro un termine perentorio, pena la nomina di un Commissario ad acta per l'adozione del provvedimento in via sostitutiva, e la condanna alle spese di giudizio.