Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18140 del 6 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:18140PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, una volta revocato, non consente più all'indagato di impugnare il precedente provvedimento al solo fine di ottenere una pronuncia sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza, in quanto il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione riguarda esclusivamente il difetto di motivazione sul fumus commissi delicti. L'interesse dell'indagato a ottenere una pronuncia sulla legittimità del provvedimento cautelare, successivamente revocato, non può presumersi, ma deve essere dedotto e valutato dal giudice nella sua concretezza e attualità, così come l'eventuale interesse a precostituirsi il titolo per la richiesta di equa riparazione per l'ingiusta detenzione. In assenza di una specifica e motivata rappresentazione di tali interessi da parte dell'indagato, la sopravvenuta carenza di interesse determina l'inammissibilità dell'impugnazione, senza che possa configurarsi un'ipotesi di soccombenza virtuale ai fini della condanna alle spese e al pagamento di una somma alla cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Consigliere

Dott. OLIVA Bruno - Consigliere

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CE. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 19/02/2007 TRIB. LIBERTA' di BARI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARTELLA ILARIO SALVATORE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. MONTAGNA Alfredo, di inammissibilita' del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.

RITENUTO IN FATTO

Che CE. Sa. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indicata, con la quale e' stata rig…

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