Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19760 del 19 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19760PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'istituto della continuazione tra reati postula che l'agente si sia rappresentato e abbia unitariamente deliberato, almeno nelle loro linee essenziali, una serie di condotte criminose, e non si identifica con il programma di vita delinquenziale del reo, che esprime invece l'opzione dello stesso a favore della commissione di un numero non predeterminato di reati. Pertanto, per il riconoscimento della continuazione, non rileva il generico programma - espressione di vita improntata al crimine e che dal crimine intende trarre sostentamento - di locupletare attraverso la reiterazione di condotte delittuose della stessa specie, in quanto in tal caso la reiterazione della condotta criminosa è penalizzata da istituti quali la recidiva, l'abitualità, la professionalità nel reato e la tendenza a delinquere, secondo un parametro diverso e opposto rispetto a quello sotteso all'istituto della continuazione, preordinato al favor rei.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 02/10/2019 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott.ssa ODELLO Lucia, Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con atto rivolto alla Corte di appello di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, veniva richiesta, nell'interesse di (OMISSIS…

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