Il ricorso per cassazione è inammissibile qualora l'imputato abbia rinunciato al medesimo, in quanto tale rinuncia costituisce una specifica causa di inammissibilità prevista dall'art. 591, comma 1, lett. d), c.p.p. In tal caso, il giudice di legittimità è tenuto a dichiarare l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, ai sensi dell'art. 616 c.p.p. La rinuncia al ricorso, infatti, determina la definitività della sentenza impugnata, precludendo ogni ulteriore possibilità di impugnazione. Il principio di diritto affermato mira a garantire la certezza e la stabilità del giudicato, impedendo che l'imputato possa abusare del diritto di impugnazione, una volta manifestata la volontà di rinunciarvi. Tale soluzione, pertanto, si pone a tutela dell'efficienza e della ragionevole durata del processo penale, evitando inutili gravami e assicurando l'effettività della decisione giurisdizionale.