Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26017 del 8 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26017PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato sulla motivazione della sentenza impugnata, è tenuto a verificare esclusivamente l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter valutare l'adeguatezza o la rispondenza delle argomentazioni alle risultanze processuali. L'illogicità della motivazione, quale vizio denunciabile in cassazione, deve essere di macroscopica evidenza, tale da risultare percepibile "ictu oculi", essendo precluso al giudice di legittimità di sostituire la propria valutazione dei fatti a quella compiuta dal giudice di merito, purché sorretta da motivazione immune da vizi logico-giuridici. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a prospettare una diversa ricostruzione dei fatti o a censurare la valutazione delle prove effettuata dal giudice di merito, senza denunciare specifici e macroscopici vizi logici della motivazione, è inammissibile, in quanto rientrante nell'ambito del sindacato di merito, precluso al giudice di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Vi. Iv. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Caltanissetta, 1 sezione penale, in data 4/11 /2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dr. SALVI Giovanni, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

osserva:

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza in d…

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