Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24052 del 9 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:24052PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, lett. c), c.p.p., deve essere valutato in concreto, tenendo conto non solo delle modalità e della gravità del fatto, ma anche del ruolo specifico rivestito dall'indagato nell'ambito del gruppo criminale, della sua posizione gerarchica e della sua effettiva capacità di influenzare gli altri membri. Pertanto, il mero coinvolgimento in un episodio di violenza, senza che emerga un ruolo di leadership o di promotore dell'azione criminosa, non è sufficiente a giustificare l'applicazione di una misura cautelare per il pericolo di recidiva, soprattutto quando l'indagato abbia mantenuto una condotta regolare e priva di ulteriori condotte illecite dopo il fatto contestato. Analogamente, il pericolo di inquinamento probatorio deve essere valutato in concreto, senza basarsi su mere ipotesi di possibili intimidazioni o minacce, ma tenendo conto delle specifiche circostanze del caso, come l'avvenuta escussione dell'indagato in prossimità del fatto e l'assenza di condotte strumentali a condizionare le indagini. La valutazione complessiva della pericolosità sociale dell'indagato e della sussistenza delle esigenze cautelari deve pertanto essere effettuata in modo rigoroso e analitico, senza ricorrere a presunzioni o a valutazioni apodittiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa il 16/01/2014 dal Tribunale di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. MICHELI Paolo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Palermo, con l'ordinanza i…

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