Il vincolo di inedificabilità assoluta entro la fascia di 300 metri dal confine del demanio marittimo, previsto dalla legge regionale pugliese, rappresenta una misura di salvaguardia finalizzata alla tutela di interessi paesaggistici e ambientali, rientranti nelle valutazioni istituzionalmente spettanti alla Soprintendenza. Tale vincolo, operante senza soluzione di continuità anche dopo l'approvazione del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P), impone il divieto di sanatoria di qualsiasi abuso edilizio realizzato all'interno di tale fascia costiera, a prescindere dal fatto che l'area risulti già ampiamente edificata. Pertanto, la Soprintendenza, nel valutare la compatibilità paesaggistica di un intervento edilizio in zona vincolata, non è tenuta a una motivazione particolarmente approfondita per il diniego di autorizzazione, essendo sufficiente anche una motivazione succinta, in quanto il vincolo di inedificabilità a tutela del paesaggio ha un diretto ascendente costituzionale nell'art. 9, comma 2, della Costituzione. Al contrario, il parere positivo al superamento del divieto legale necessita di una motivazione più articolata, dovendo dar conto della mancanza di lesione all'interesse pubblico primario, nonostante l'assentimento all'edificazione in zona paesaggisticamente tutelata.