Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23949 del 3 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23949PEN

Massima

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Il reato di diffamazione a mezzo stampa si prescrive in sette anni e sei mesi, con possibili cause di sospensione che ne prolungano il termine. Tuttavia, la mancata notifica della citazione in appello all'imputato, pur se eseguita in luogo diverso dall'elezione di domicilio, non determina una nullità insanabile quando l'imputato abbia comunque avuto effettiva conoscenza dell'atto e abbia potuto esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. In tal caso, trova applicazione la sanatoria di cui all'art. 184 c.p.p. Pertanto, pur in presenza di vizi procedurali, il giudice è tenuto ad applicare la causa estintiva della prescrizione del reato, annullando la sentenza senza rinvio agli effetti penali, fermo restando il rigetto del ricorso agli effetti civili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. SABEONE G. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 110/2007 CORTE APPELLO di SALERNO, del 22/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Montagna Alfredo, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Salerno, con sentenza del 22 …

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