Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29862 del 8 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:29862PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra reati non può essere riconosciuta quando i reati, pur essendo parzialmente sovrapponibili nel tempo, risultano non omogenei e commessi in un arco temporale ampio, in quanto ciò esclude l'unicità del disegno criminoso. Il giudice, nel valutare la sussistenza della continuazione, deve considerare principalmente il dato oggettivo della distanza temporale tra i reati, senza poter sostituire tale valutazione con una diversa ricostruzione dei fatti basata su elementi fattuali desunti dalle sentenze di merito, in quanto ciò comporterebbe un'inammissibile rivalutazione del merito. Il riconoscimento della continuazione tra reati non omogenei e commessi in un ampio arco temporale è precluso, in quanto la continuità criminosa richiede l'unicità del disegno criminoso, che non può essere desunta dalla mera finalità di ottenere protezione per proseguire un'attività illecita, quando i reati risultano commessi in tempi distanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - rel. Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/07/2018 del TRIBUNALE di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. BIANCHI MICHELE;
lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza depositata in data 23.7.2018 il Tribunale di Catania, quale giudice dell'esecuzione, ha respinto la richiesta presentata da (OMISSIS), avente ad oggetto il riconoscimento della continuazione fra i reati di cui a…

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