Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10555 del 23 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10555PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il provvedimento del giudice dell'esecuzione che dichiara inammissibile, anziché rigettare, la richiesta di applicazione della disciplina della continuazione tra più reati, non preclude in modo assoluto e definitivo la riproposizione della medesima istanza, qualora vengano dedotti nuovi fatti o questioni che non hanno formato oggetto della precedente decisione. In tal caso, il giudice dell'esecuzione è tenuto a valutare la nuova istanza nel merito, senza poterla dichiarare inammissibile per il solo fatto che essa abbia ad oggetto i medesimi reati già esaminati in precedenza. Ciò in quanto la preclusione derivante da un provvedimento di inammissibilità opera soltanto rebus sic stantibus, ossia finché non emergano nuovi elementi di fatto o di diritto non considerati nella precedente decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/04/2019 della CORTE APPELLO di PERUGIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere DOMENICO FIORDALISI;
lette/sentite le conclusioni del PG.
Il Procuratore generale, ((omissis)), chiede l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1.1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del 3/04/2019 della Corte di appello di Perugia che, quale giudice dell'esecuzione, ha dichiarato l'inammiss…

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