Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4230 del 28 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:4230PEN

Massima

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La diffamazione a mezzo stampa è configurabile quando le informazioni divulgate, pur non essendo del tutto false, risultano comunque non veritiere in relazione ad aspetti essenziali della vicenda, in assenza di un interesse pubblico rilevante che possa giustificare la lesione della reputazione altrui. Il diritto di cronaca e di critica, infatti, trova un limite nel rispetto della verità sostanziale dei fatti esposti e nella sussistenza di un interesse pubblico meritevole di tutela, che affievolisca il diritto costituzionale all'onore e alla reputazione. Pertanto, la diffusione di notizie, anche se in parte corrispondenti al vero, che risultino comunque smentite su elementi fondamentali della vicenda e che non rivestano alcun profilo di pubblico interesse, integra il reato di diffamazione a mezzo stampa, in quanto costituisce una gratuita offesa al bene della reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2167/2009 CORTE APPELLO di SALERNO, del 01/07/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/10/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore Generale in persona.

- Udito il Procuratore generale della repubblica presso la Corte di Cassazione, dr. Gabriele Mazzotta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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