La strada vicinale è considerata ad uso pubblico quando ricorrono i seguenti requisiti: a) il passaggio esercitato jure servitutis publicae da una collettività di persone qualificate dall'appartenenza ad un gruppo territoriale; b) la concreta idoneità della strada a soddisfare, anche per il collegamento con la via pubblica, esigenze di generale interesse; c) un titolo valido a sorreggere l'affermazione del diritto di uso pubblico, che può identificarsi nella protrazione dell'uso stesso da tempo immemorabile. Tali requisiti possono sussistere anche per una strada nata originariamente come privata, qualora nel tempo si sia concretizzato il titolo identificato nella c.d. "dicatio ad patriam", ossia l'adibizione ad uso pubblico del tratto viario per le sue caratteristiche di collegamento e destinazione al transito di un numero indifferenziato di persone. Pertanto, l'inserimento o meno di una strada nell'elenco comunale delle vie vicinali ha natura meramente dichiarativa e non costitutiva dell'uso pubblico, che può essere accertato in base alle suddette caratteristiche oggettive della strada, a prescindere dalla sua classificazione formale. Il Sindaco può legittimamente esercitare il potere di ingiungere il ripristino del pubblico transito su una strada che presenti i requisiti dell'uso pubblico, anche in assenza di un formale inserimento nell'elenco comunale, in quanto tale provvedimento costituisce un'espressione del potere generale di autotutela possessoria finalizzato al reintegro della collettività nel godimento del bene.