Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27337 del 12 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:27337PEN

Massima

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Il reato di minaccia aggravata si configura quando la condotta dell'agente, oggettivamente idonea a incutere timore nella vittima, lede la sua libertà morale, a prescindere dall'effettiva insorgenza di tale sentimento. Ai fini della sussistenza dell'aggravante dell'uso dell'arma, è sufficiente che l'arma sia stata estratta e mostrata alla vittima, anche se non utilizzata per minacciare direttamente. La valutazione della idoneità della condotta a generare timore deve essere effettuata secondo un criterio di normalità, che tenga conto delle reazioni dell'uomo medio, senza necessità di accertare l'effettiva insorgenza di tale sentimento nella vittima. Il giudice di appello può legittimamente riformare una sentenza di proscioglimento del giudice di primo grado, anche quando l'appello sia stato proposto dal pubblico ministero in un momento in cui la legge lo consentiva, ma successivamente dichiarata incostituzionale, in quanto l'effetto caducatorio della pronuncia di incostituzionalità ha efficacia retroattiva sui rapporti processuali non ancora definiti con giudicato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. TR. Pr., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 30/03/2006 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE Antonio;

Udito il Proc. Gen. in persona le Dott. CONSOLO Santi, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza del 18 novembre 2004 il Tribunale di…

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