Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22911 del 12 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22911PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente ha compiuto atti idonei, univoci e diretti in modo non equivoco a commettere il delitto, senza che questo si sia verificato per cause indipendenti dalla sua volontà. Pertanto, il mero fatto che l'evento delittuoso non si sia realizzato per circostanze esterne all'agente non esclude la configurabilità del tentativo, purché l'attività posta in essere dall'imputato abbia superato la fase meramente preparatoria e si sia concretizzata in atti esecutivi del reato, ancorché non portati a compimento. In tali casi, la responsabilità per il tentativo sussiste anche qualora l'inganno o l'illecito proposito siano stati scoperti e neutralizzati prima del perfezionamento del reato, in quanto l'agente ha comunque realizzato tutto quanto era in suo potere per conseguire l'evento criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio Presidente del 22/05/2 -

Dott. PRESTIPINO Antonio Consigliere SENTE -

Dott. DAVIGO Piercamillo Consigliere N. 1 -

Dott. CERVADORO Mirella Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. CARRELLI P.d.M. Roberto rel. Consigliere N. 1526/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso la sentenza del 18/4/2011 della Corte d'appello di L'Aquila;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Roberto Maria Carrelli Palombi di Montrone;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. D'Am…

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