Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23013 del 25 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:23013PEN

Massima

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Il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù è integrato alternativamente dalla condotta di chi esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del proprietario, comportando la "reificazione" della vittima e il suo sfruttamento, ovvero dalla condotta di riduzione o mantenimento di una persona in stato di soggezione continuativa, in relazione alla quale è richiesta la prova dell'ulteriore elemento costituito dall'imposizione di prestazioni integranti lo sfruttamento della vittima. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, non è necessario accertare uno stato di prostrazione ed assoggettamento totale della vittima o la privazione della sua libertà di autodeterminarsi, di movimento o di comunicazione con altri, essendo sufficiente che la persona offesa sia stata oggetto di un contratto di compravendita e costretta a venire in Italia per essere sottoposta a sfruttamento sessuale. Inoltre, la riqualificazione giuridica dell'aggravante originariamente contestata, da quella prevista dall'art. 600 c.p., comma 3, a quella di cui all'art. 602-ter c.p., comma 1, lett. b), non lede il diritto di difesa dell'imputato, in quanto il mutato regime giuridico dell'aggravante non ha assunto alcun rilievo ai fini del trattamento sanzionatorio applicato. Infine, per la determinazione della pena base entro il minimo edittale, è sufficiente un generico rinvio all'adeguatezza della pena e agli elementi di cui all'art. 133 c.p., mentre per il diniego delle circostanze attenuanti generiche è necessaria una motivazione che faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti, senza dover prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MASINI Tiziano - Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/12/2021 della Corte di assise di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
lette le richieste del difensore del ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO I…

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