Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46926 del 20 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:46926PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La continuazione tra reati associativi e reati fine richiede la prova che questi ultimi siano stati già programmati al momento della costituzione dell'associazione, essendo condizione indispensabile per la configurabilità del vincolo della continuazione che le condotte integrative delle diverse violazioni siano state deliberate almeno nelle componenti essenziali. Pertanto, il mero riferimento alla contiguità cronologica degli addebiti ovvero all'identità o all'analogia dei titoli di reato non è sufficiente, essendo necessario che le singole condotte criminose siano state compiute in sequenza temporalmente ravvicinata e secondo modalità sovrapponibili, tali da dimostrare l'unitarietà del disegno criminoso. La valutazione circa la sussistenza dell'unicità del disegno criminoso costituisce questione di fatto rimessa all'apprezzamento del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo ove non sia sorretta da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domeni - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/11/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DOMENICO FIORDALISI;
lette conclusioni del PG.
Il Procuratore Generale, Dott. Giulio Romano, chiede il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del 19/11/2018 della Corte di assise di appello di Napoli che, quale giudice dell'esecuzione, h…

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