Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38910 del 15 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38910PEN

Massima

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Il giudice che pronuncia una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, equiparata a una sentenza di condanna, è tenuto a dichiarare, ai sensi dell'articolo 537 c.p.p., comma 1, l'accertata falsità di atti o documenti, anche se tale declaratoria non è stata espressamente richiesta dalle parti. Tale obbligo del giudice discende dal principio secondo cui la sentenza di applicazione della pena, in quanto decisione equiparata a una sentenza di condanna, deve contenere l'accertamento della falsità degli atti o documenti rilevanti ai fini della pronuncia, al fine di rendere tale accertamento opponibile erga omnes e di consentire alle parti, ove lo ritengano opportuno, di proporre autonoma impugnazione avverso tale declaratoria. L'omissione di tale declaratoria di falsità, pertanto, costituisce un vizio della sentenza che ne determina l'annullamento limitatamente a tale profilo, con rinvio al giudice di primo grado per la relativa integrazione motivazionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE DI APPELLO DI ANCONA;

nei confronti di:

1) DE. AN. FL. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 06/06/2007 TRIB. SEZ. DIST. DI CIVITANOVA MARCHE;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAGANO FILIBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dott. ((omissis)) che ha chiesto l'annullamento senza rinvio.

OSSERVA

Rilevato che con l'impugn…

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