Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28757 del 11 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:28757PEN

Massima

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Il reato di imbrattamento di bene pubblico, di cui all'art. 639 c.p., è procedibile a querela di parte quando il muro imbrattato non abbia natura di bene pubblico. Tuttavia, qualora il muro risulti di proprietà comunale, il reato è procedibile d'ufficio. La responsabilità penale dell'imputato può essere affermata sulla base delle prove testimoniali, delle fotografie dello stato dei luoghi e degli strumenti utilizzati per l'imbrattamento, nonché delle parziali ammissioni dell'imputato stesso. L'esiguità del danno provocato non consente l'applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p., in presenza di precedenti penali a carico dell'imputato. Infine, il reato si estingue per intervenuta prescrizione, in assenza di eventi sospensivi, quando i fatti contestati risalgono a oltre 7 anni prima della pronuncia della sentenza definitiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovan - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma in data 22 gennaio 2013;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita la relazione del Consigliere Dott. DIOTALLEVI GIOVANNI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI NARDO MARILIA, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione;
Udito il difensore di fiducia di (OMISSIS), Avv. (OMISSIS) del foro di Viterbo, il quale…

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