Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34309 del 7 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:34309PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni mobili di proprietà di un terzo soggetto è legittimo quando, sulla base di una rigorosa analisi del rapporto tra il bene oggetto di sequestro e l'autore del reato presupposto, emerga la natura fittizia della titolarità del bene in capo al terzo, in quanto riconducibile all'autore del reato. In tal caso, il giudice è tenuto a valutare attentamente la documentazione difensiva prodotta dal terzo, al fine di accertare la legittima provenienza delle utilità da cui sono derivati gli acquisti dei beni in questione, nonché il tempus commissi delicti, al fine di verificare la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra il reato e i beni sequestrati. Tuttavia, l'illogicità manifesta della motivazione del provvedimento di sequestro non costituisce motivo di ricorso per cassazione, essendo ammissibile solo il vizio di mancanza o di mera apparenza della motivazione, in quanto correlato all'inosservanza di precise norme processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso l'ordinanza in data 3-2-12 del Tribunale di Napoli, sezione 12 penale.

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere, dott. ((omissis)).

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1 .-. (OMISS…

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