Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La misura di sicurezza detentiva della casa di lavoro può essere applicata ai condannati per il delitto di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) in virtù della presunzione semplice di pericolosità sociale desunta dalle caratteristiche del sodalizio criminoso e dalla persistenza del vincolo criminale, senza necessità di un accertamento in concreto della pericolosità, salvo che non emergano elementi dai quali si evinca l'assenza di pericolosità attuale. Tale accertamento deve essere svolto dal magistrato di sorveglianza alla luce dei criteri di cui all'art. 133 c.p. e del comportamento del condannato durante e dopo l'espiazione della pena, al momento dell'esecuzione della misura. La scelta della casa di lavoro, quale misura di sicurezza detentiva, è proporzionata e progressiva rispetto alla persistente e rilevante pericolosità sociale manifestata dal condannato, anche in considerazione di precedenti condanne per il medesimo reato, senza che rilevi l'eventuale inabilità al lavoro, non essendo questa causa di esclusione dall'applicazione della misura.