Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23766 del 31 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23766PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo un diritto costituzionalmente garantito, trova un limite nel rispetto della continenza, ovvero nell'obbligo di esprimere il proprio giudizio in modo obiettivo, pacato e privo di espressioni intrinsecamente offensive. Pertanto, l'esimente del diritto di critica non può essere invocata quando le espressioni utilizzate, per il loro contenuto intrinsecamente diffamatorio, superano il limite della continenza, configurando il reato di diffamazione. Inoltre, l'immunità giudiziaria prevista dall'art. 598 c.p. non si estende agli esposti presentati agli organi disciplinari, in quanto tali atti non rientrano nella nozione di "scritti e discorsi pronunciati dinanzi all'Autorità", essendo l'autore dell'esposto estraneo al successivo procedimento disciplinare. Infine, il concorso formale di reati di diffamazione sussiste quando con un'unica azione si offende l'onore e la reputazione di più persone, in quanto si realizzano autonome lesioni del bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 4/5/2012 del Tribunale di Padova;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso per l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato limitatamente al riconoscimento della continuazione;

udito per l&…

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