Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49974 del 28 dicembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:49974PEN

Massima

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La confisca dei beni di cui il condannato per reati di associazione mafiosa non sia in grado di giustificare la provenienza può essere disposta dal giudice dell'esecuzione anche d'ufficio, senza necessità di una specifica richiesta del pubblico ministero, purché non vi sia già stata una pronuncia definitiva del giudice della cognizione sulla medesima questione. Il passaggio in giudicato della sentenza di condanna per il reato associativo costituisce un nuovo elemento di prova che legittima l'applicazione della confisca in sede esecutiva, anche in presenza di un precedente provvedimento di rigetto della richiesta di confisca emesso in sede di prevenzione, qualora tale precedente provvedimento non abbia valutato gli elementi probatori confluiti nella sentenza di condanna. La sproporzione tra il valore dei beni confiscati e i redditi leciti del condannato può essere desunta anche dalla mancata indicazione, da parte di quest'ultimo, delle risorse finanziarie utilizzate per l'acquisto e la realizzazione dei beni, senza che rilevi la regolarità formale dell'acquisto, ove non siano giustificati i mezzi finanziari impiegati. La confisca può essere disposta anche nei confronti dei familiari del condannato, qualora non sia dimostrato il loro effettivo e lecito contributo economico all'acquisto o alla realizzazione dei beni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS), nato a (OMISSIS); (E ALTRI OMISSIS)

avverso l'ordinanza del 10 novembre 2011 emessa dalla Corte d'appello di Reggio Calabria;

sentita la relazione del Cons. Dott. Giorgio FIDELBO;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e i ricorsi;

lette le richieste del Sostituto Procuratore generale Dott. Giuseppe Volpe, che ha concluso per l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.

RITENUTO IN FATTO

Con decreto del …

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