Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8347 del 21 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8347PEN

Massima

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Il reato di false dichiarazioni sulla propria identità personale, di cui all'art. 495 c.p., sussiste quando le false generalità sono rese in un atto pubblico, come i verbali di identificazione e le schede segnaletiche, ovvero quando sono destinate ad essere riprodotte in tali atti, a prescindere dalla consapevolezza dell'autore circa gli effetti della falsa dichiarazione. Il dolo richiesto per la configurazione del reato è il dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di rendere dichiarazioni difformi dal vero su qualità personali giuridicamente rilevanti, senza che sia necessario il dolo specifico di trarre in inganno il destinatario della dichiarazione o altri soggetti. L'errore circa gli effetti della falsa dichiarazione non scusa la condotta, in applicazione delle regole generali di cui all'art. 47 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SABEONE Gerar - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Federico - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/06/2015 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/11/2016, la relazione svolta dal Consigliere GERARDO SABEONE;
Udito il Procuratore Generale in persona di CASELLA GIUSEPPINA che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore Avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Trieste, con la sentenza del 2…

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