Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16483 del 28 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:16483PEN

Massima

Massima ufficiale
Il reato di rifiuto di atti di ufficio previsto dal primo comma dell'art. 328 cod. pen., pur se istantaneo, può configurarsi anche nel caso in cui l'inerzia omissiva, protraendosi oltre il termine per il compimento dell'atto, pur a fronte di formali sollecitazioni ad agire rivolte al pubblico ufficiale, si risolva in un rifiuto implicito, sì che in tal caso il momento consumativo coincide con l'adozione dell'atto dovuto, la quale determina la cessazione degli effetti negativi della inazione. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto corretta la decisione che aveva individuato il "dies a quo" del termine prescrizionale nella data di effettivo deposito, da parte dell'imputato, assistente di polizia giudiziaria, del verbale relativo ad un sopralluogo eseguito molti mesi prima).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 29/04/2021 della Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 29 aprile 2021 la Corte di appello di Firenze ha pa…

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