Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che quando un'amministrazione riceve una nuova domanda di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di rifiuti speciali non pericolosi, rispetto a una precedente istanza già esaminata e respinta, essa è tenuta a procedere a una nuova istruttoria completa, convocando apposita conferenza di servizi, senza potersi limitare a richiamare il precedente provvedimento di diniego. Ciò in quanto la nuova domanda, pur riguardando lo stesso impianto, presenta differenze significative rispetto alla precedente, sia sul piano normativo di riferimento (passaggio dal d.lgs. n. 22/1997 al d.lgs. n. 152/2006), sia sul piano tecnico-progettuale (in particolare in relazione al sistema fognario e di smaltimento dei reflui). L'amministrazione non può pertanto rifiutarsi di riaprire l'istruttoria, richiamando semplicemente il precedente diniego, ma deve procedere a un nuovo esame completo della domanda, senza essere vincolata dalle valutazioni effettuate in precedenza. Il principio di diritto affermato mira a garantire il diritto del privato a ottenere una nuova e approfondita valutazione della sua istanza, evitando che l'amministrazione possa limitarsi a reiterare un provvedimento negativo già adottato, senza tenere conto delle eventuali modifiche e integrazioni apportate dal richiedente nella nuova domanda.